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Vino biologico e vino biodinamico: cosa li rende speciali?

Come forse tutti sanno, il vino è una delle bevande più antiche e apprezzate al mondo, ma negli ultimi decenni, anche sulla spinta sempre maggiore del rispetto dell’ambiente, c’è stato un crescente interesse per i vini prodotti utilizzando pratiche agricole sostenibili. Due approcci in particolare col tempo sono diventati sempre più popolari: il vino biologico e il vino biodinamico. In questo articolo, esploreremo le differenze tra questi due diverse e importanti metodologie, concentrandoci sulle pratiche agricole sostenibili utilizzate nella loro produzione.

Vino biologico: un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

Il vino biologico è prodotto utilizzando uve coltivate seguendo le regole e i principi dell’agricoltura biologica. L’obiettivo principale di questo tipo di approccio è minimizzare il più possibile l’uso di pesticidi chimici sintetici, fertilizzanti artificiali e OGM (Organismi Geneticamente Modificati), favorendo invece l’equilibrio naturale dell’ecosistema ed il benessere delle piante.

Le pratiche agricole sostenibili utilizzate nella produzione di vino biologico includono:

  1. Coltivazione biologica: le viti vengono coltivate senza l’uso di pesticidi chimici sintetici, erbicidi o fertilizzanti artificiali. Al loro posto, vengono adottate tecniche naturali come l’uso di compost organico, letame animale e concimi verdi allo scopo di fornire i necessari nutrienti alle piante;
  2. Controllo dei parassiti: invece di utilizzare pesticidi chimici, vengono impiegati metodi di controllo biologico dei parassiti. Tali sistemi possono includere l’uso di insetti benefici, piante repulsive per i parassiti e l’uso di trappole per monitorare e controllare le infestazioni;
  3. Gestione delle malattie: per prevenire le malattie delle viti vengono adottate pratiche preventive come la rotazione delle colture, la potatura accurata e l’aerazione del vigneto per favorire una buona circolazione dell’aria e ridurre l’umidità tra i filari e tra le stesse piante;
  4. Conservazione del suolo: la conservazione del suolo è un elemento chiave nell’agricoltura biologica. Vengono utilizzate pratiche come l’uso di coperture vegetali, l’aratura ridotta o l’aratura zero, il tutto con l’obiettivo di preservare la struttura del suolo, ridurre l’erosione e favorire la biodiversità del suolo.

Il vino biologico si concentra sulla produzione di uve coltivate in modo naturale e sano, riducendo l’impatto sull’ambiente e promuovendo la sostenibilità agricola. Tuttavia, è importante notare che la certificazione biologica varia da paese a paese, con diverse normative e standard che regolamentano il processo di certificazione.

Vino biodinamico: un approccio olistico all’agricoltura.

Il vino biodinamico va oltre il concetto di vino biologico, adottando un approccio ancora più olistico all’agricoltura. Basato sulle teorie dell’agricoltura biodinamica sviluppate negli anni ’20 dal filosofo austriaco Rudolf Steiner, il vino biodinamico incorpora l’idea che l’azienda agricola sia vista come un organismo vivente ed interconnesso.

Le pratiche agricole sostenibili utilizzate nella produzione di vino biodinamico includono:

  1. Calendario biodinamico: l’agricoltura biodinamica segue un calendario lunare per determinare il momento migliore per la semina, l’innaffiamento, la potatura e la vendemmia. Si ritiene infatti che le fasi della luna, come in molte tradizioni agricole, influenzino l’energia vitale delle piante e che lavorare in armonia con questi cicli possa massimizzare il potenziale delle uve e gestire correttamente le varie fasi fenologiche, ossia lo sviluppo annuale della vite;
  2. Preparati biodinamici: vengono utilizzati specifici preparati biodinamici, come compost aggiunti al terreno, estratti di erbe o minerali, che si ritiene possano favorire la salute del suolo, migliorare la fertilità e stimolare la vitalità delle piante;
  3. Biodiversità: l’agricoltura biodinamica incoraggia la biodiversità nell’ambiente agricolo. Ciò può includere la coltivazione di erbe e fiori nei dintorni dei vigneti ed anche tra gli stessi filari, la creazione di habitat per insetti benefici e l’adozione di pratiche che promuovono la salute dell’ecosistema agricolo nel suo complesso;
  4. Preparazione del compost: il compostaggio è un elemento centrale nell’agricoltura biodinamica. Vengono utilizzati metodi specifici per creare compost di alta qualità, che servirà come fonte di nutrienti per le piante e per migliorare la struttura del suolo.

L’approccio biodinamico è incentrato sull’equilibrio e sull’armonia tra l’azienda agricola, la natura e l’universo. Si ritiene che seguendo i principi biodinamici, si possa ottenere una migliore qualità delle uve e dei vini, esprimendo al massimo il terroir e le caratteristiche uniche del vigneto.

Differenze tra vino biologico e vino biodinamico.

La principale differenza tra il vino biologico e il vino biodinamico sta nell’approccio più olistico dell’agricoltura biodinamica. Mentre entrambi gli approcci si concentrano sulla sostenibilità e sull’utilizzo di pratiche agricole rispettose dell’ambiente, il vino biodinamico adotta anche l’uso di preparati specifici e segue il calendario biodinamico.

In termini di certificazione, sia il vino biologico che il vino biodinamico possono essere certificati da organizzazioni indipendenti che verificano il rispetto delle regole e delle normative specifiche, che ricordiamo, possono variare da paese a paese.

La scelta tra vino biologico e vino biodinamico dipende dalle preferenze personali e dall’importanza che si dà all’approccio olistico dell’agricoltura biodinamica. Entrambi i tipi di vino offrono un’alternativa sostenibile ai vini convenzionali, consentendo ai consumatori di sostenere pratiche agricole rispettose dell’ambiente e di godere di vini che riflettono il loro territorio di provenienza.

La prima azienda italiana a produrre vino biologico fu la Cantina Mario Torelli, autentica realtà vitivinicola dalla storia ultrasecolare che sorge a Bubbio, in provincia di Asti. Con lungimiranza Gianfranco (enologo appassionato, oggi rappresentante della quarta generazione di viticoltori), decise infatti nel 1987 di mettere in pratica le regole dell’agricoltura biologica, consapevole che soltanto questa strada avrebbe permesso di perpetuare quella intrapresa dai suoi antenati. E nel settembre 1992 fu proprio un suo vino – il Moscato d’Asti – ad ottenere la primissima certificazione da Agricoltura Biologica in Italia.

Per quanto riguarda l’agricoltura biodinamica invece, l’unica forma di certificazione è, oggi, quella regolata dall’associazione denominata Demeter, che rilascia un certificato a determinati prodotti ottenuti seguendo le sue linee guida. Ne consegue che i prodotti certificati in tal senso devono, tra l’altro, anche essere certificati come biologici. Al momento ci sono oltre 700 produttori di vino biodinamico nel mondo. Sono circa 180 mila gli ettari lavorati da aziende certificate Demeter, con un movimento globale in continua crescita. L’agricoltura biodinamica è aumentata, specialmente negli ultimi anni, sia nei paesi occidentali che in Asia o in America Latina. In Italia sono attualmente presenti diverse aziende agricole certificate. La presenza più alta di tali aziende si registra in Toscana, in Puglia ed in Trentino–Alto–Adige.

Mentre il vino biologico gustativamente riflette soprattutto il gusto dell’enologo e incorpora l’identità del territorio da cui deriva, il vino biodinamico è un vino dal sapore molto deciso e dal colore molto forte. In genere, dicono gli esperti, questo vino offre un’esperienza gustativa molto profonda, facendo leva sulla parte emozionale della persona. La fermentazione di questo tipo di vino non prevede l’aggiunta di lieviti esterni al fine di renderlo naturale al 100%. Grazie a tutto ciò è possibile affermare che il vino biodinamico, da un punto di vista alimentare, è estremamente più ricco di quello classico. La chiave di questa filosofia produttiva insomma, è quella di creare un legame con la natura. Con questo vino non si vuole solo bere ma ritrovare un vero e proprio contatto con la madre terra ed i suoi frutti. Gustare un vino biodinamico, per chi ne è convinto, diventa quindi un’esperienza extrasensoriale.

Concludendo, entrambe queste filosofie rappresentano un impegno concreto verso pratiche agricole sostenibili e il rispetto dell’ambiente. Mentre il vino biologico si concentra sull’utilizzo di uve coltivate in modo naturale e sulla minimizzazione dell’uso di prodotti chimici sintetici, il vino biodinamico, attraverso l’approccio olistico, incorpora elementi come il calendario biodinamico ed i preparati specifici. Entrambi i tipi di vino offrono un’esperienza unica, che riflette l’attenzione alla sostenibilità e alla qualità delle uve e dei vini prodotti.

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